La
Befana, (termine che è corruzione di Epifania, cioè manifestazione) è
nell'immaginario collettivo un mitico personaggio con l'aspetto da
vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6
gennaio.
La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni
magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi
folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli
offerti a Gesù Bambino dai Magi.
L'iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con
le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un
paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe
colorate.
Si rifà al suo aspetto la filastrocca (la Befanata) che viene recitata
in suo onore:
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana!
Nella notte tra il 5 e
il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto il peso di un sacco
stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non
manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), passa sopra i tetti
e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini.
Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un
mandarino o un'arancia e un bicchiere di vino.
Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e
l'impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
Nella società contadina e preindustriale, salvo rari casi, i doni
consistevano in caramelle, dolcetti, noci e madarini, insieme a dosi più
o meno consistenti (a insindacabile giudizio della Befana) di cenere e
carbone, come punizione delle inevitabili marachelle dell'anno.
La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla
figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche
l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che,
indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio,
passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio
di un augurio e di un sorriso.
Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per
rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole
ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti. Dopo un periodo in cui
era stata relegata nel dimenticatoio, ora la Befana sta vivendo una
seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla valorizzazione delle
antiche radici e della più autentica identità culturale.
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