Marzo 2007: A
Lajatico rintocca nuovamente il suono della Campana della Torre Civica
appena restaurata.
I lavori erano iniziati nel mese di novembre del 2006 su
autorizzazione della sovrintendenza delle belle arti.
In particolare è stata restaurata la struttura che tiene la campana ed
il meccanismo dell'orologio.
A Lajatico il trascorrere del tempo
viene di nuovo scandito dallo stesso suono che si diffonde nel bellissimo
paesaggio da ormai 727
anni. La
campana della Torre Civica risale, infatti, all’anno 1279 ed è quindi una delle più antiche della provincia di Pisa.
In bronzo, alta 90 cm, compresa la corona, e con un diametro alla base
(labbro) di 71 cm, la campana della Torre Civica ha un peso calcolato di
oltre 500 kg.
Questa antica campana si presenta nella sua forma più allungata rispetto
a quelle moderne, caratteristica dei sacri bronzi fusi prima del 1400.
Sulla campana è visibile una iscrizione latina su 2 righe, preceduta
ognuna da una croce bizantina, a caratteri misti in capitale e onciale
(caratteristica epigrafica riscontrabile su molte altre iscrizioni in
ambito pisano a partire dal XI secolo). Nella 1° riga si legge AD -
MCCLXXVIIII - MENTEM, nella 2° con caratteri simili si legge SCAM -
SPONTANEUM - HONOREM - DEO - ET - PATRIE -
LIBERATIONEM.
La
1° riga si può tradurre "Anno Domini 1266 mentem", che ci
indica l'anno della fusione e la parola mentem. La 2° riga "sanctam
spontaneam ad honorem Dei et Patrie Liberationem" che è l'epitaffio
di S.Agata che inizia con la parola mentem della 1° riga. Questa iscrizione fu comune dal XIII secolo in poi a molte campane italiane, e non è di facile interpretazione, si leggeva sul sepolcro della Santa e secondo la leggenda l’avrebbe incisa un angelo sulla pietra.
Le campane antiche risalenti al XIII secolo sono rare, poiché sono riuscite a passare indenni a distruzioni, come ad esempio quelle attuate durante il periodo Napoleonico, oppure, in tempi più vicini a noi,
a guerre come le 2 guerre mondiali, durante le quali furono emesse ordinanze di
requisire le campane per farne cannoni.

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