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| > Utilità | 
            All'inizio
          del secolo XII questo fortilizio apparteneva ai conti Cadolingi di Fucecchio, fondatori  della badia di Morrona. Come si evince dal
          testamento del conte Ugo figlio di Uguccione del Conte Bulgaro, del
          1114 ne quale si ordinala vendita della metà dei suoi beni per pagare
          i debiti lasciati, il vescovo Ruggieri di Volterra dietro compenso di
          50 lire, il 26 gennaio del 1115 acquista, per interesse della sua
          mensa vescovile, la metà di tutti i castelli e corti posseduti dal
          Conte nel vescovato volterrano, compresa la rocca di Pietra
          Cassa. Dal
          diploma che Enrico VI rilasciò al vescovo Ildebrando dei
          Pannocchieschi nell’agosto del 1186, si deduce che la rocca rimase
          di proprietà dei Vescovi di Volterra, sebbene sia presumibile che
          sulla Rocca fosse la Repubblica di Pisa ad esercitare, in concreto, il
          potere civile e politico, come si può capire dai privilegi
          degl'Imperatori Arrigo VI, Ottone IV, Federigo II e Carlo IV concessi
          agli Anziani di Pisa.  
          Con la battaglia della Meloria (6 agosto 1284) la Rocca passò dal
          Vescovo di Volterra agli alleati Lucchesi e Fiorentini unitamente ad
          altri 22 castelli della Valdera. Nel 1305 la rocca era tenuta da
          Jacopo Gaetani, fuoruscito pisano, favorito dai Volterrani. Ma
          nell'aprile del 1307, una trattativa tra gli Anziani di Pisa e
          Volterra stabilì che quest'ultima non potesse "soccorrere con
          alcuna sorta di provvisione la rocca di Pietra Cassa". 
          A seguito di alterne vicende dovute al tormentato contrasto tra Guelfi
          e Ghibellini, che caratterizzò la storia toscana di quell’epoca,
          Carlo IV, nel 1355, ne confermò il possesso ai Vescovi di Volterra.
          Nell'anno 1405, la stessa rocca era presidiata dai soldati del Comune
          di Pisa, quando un loro capitano, Pietro Gaetani, la consegnò ai
          Fiorentini per tornaconto personale, insieme con Lajatico e
          Orciatico.  Il
          declino della Rocca iniziò Nel 1431: Niccolò Piccinino invase la
          zona e anche Pietracassia si ribellò al dominio fiorentino, ma pochi
          anni dopo, nel 1434 le truppe di Firenze ripresero il dominio della
          vallata e per rappresaglia alla sua infedeltà Pietracassia fu
          smantellata, probabilmente abbattendone il Mastio. Da allora la struttura fu praticamente abbandonata e questo stato di
          cose ha permesso alla Rocca di giungere fino a noi senza sostanziali
          modifiche, se non quelle provocate dalle ingiurie del tempo. Oggi, dopo mezz'ora di passeggiata nel bosco possiamo ammirare quel
          che resta di questa importante fortezza costruita con grande maestria
          tecnica, rilevabile sia dalla perfetta orizzontalità e la regolarità
          del taglio delle pietre, sia dalla cura estetica complessiva che ha
          tenuto conto dell'effetto cromatico che crea un perfetto inserimento
          della cinta muraria nell'ambiente circostante. E' ancora riconoscibile
          il mastio che alcuni studiosi fanno risalire all'ottavo secolo, in
          epoca Longobarda, situato nel punto più difficile da espugnare; è un
          quadrilatero costruito in modo robusto e essenziale, ma dalle finiture
          ancora primitive. Le feritoie furono aggiunte probabilmente in seguito. Gli unici motivi
          di variazione architettonica sono le due torri angolari tutt’ora
          visibili: quadrilatera quella di ponente, a pianta ottagonale, l’altra,
          a levante. L’accesso al castello, oggi diroccato, al centro del muro
          frontale, è sopraelevato dal terreno per facilitarne la difesa in
          caso di assedio. L'interno è quasi completamente smantellato; vi si
          possono rintracciare i resti della torre centrale del mastio usata per
          avvistamento e segnalazione.
      
       In
          epoca più recente, approssimativamente intorno al XIII secolo fu
          ampliata la cinta muraria, a difesa di un probabile borgo sorto ai
          piedi del castello, e sicuramente anche per rinforzare il lato più
          debole delle difese. E' evidente la differenza costruttiva, con
          blocchi di pietra piu' piccoli e spessori del muro più esigui,i vuoti
          tra i blocchi riempiti con un più abbondante utilizzo di malta.
          ancora oggi è possibile transitare sotto al portale di accesso
          disposto subito sotto la torre ottagonale. | 
        
        
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